Non sei così male come pensi, sei molto meglio!

Pubblicato il 18 maggio 2025 alle ore 18:23

Non Dare feedback positivi è un atto generoso e trasformativo, per chi lo riceve e per chi lo dà.sei così male come pensi, sei molto meglio!

Scopri il valore trasformativo dei feedback positivi e perché dire (o ricevere) parole buone può cambiare il nostro modo di vederci. Un viaggio tra emozioni, consapevolezza e la finestra di Johari.

Acqu3erello di Dora Cioppa (2020)

 

Ci sono momenti in cui bastano poche parole per accendere qualcosa dentro.
È successo di recente, durante una formazione che per una volta mi ha visto partecipare come allieva e non come docente, un cambio di prospettiva già di per sé interessante.
Ma quello che mi ha colpita di più è stato ricordare il potere sorprendente dei feedback positivi.

Alcuni erano semplici, diretti, altri più profondi, articolati, li ho percepiti tutti sinceri ed alcuni inaspettati.
Mentre li ricevevo, mi rendevo conto che qualcosa in me si stava muovendo, non era semplice gratitudine, era come se quelle parole mi stessero aiutando a riscoprirmi, a vedere parti di me che avevo dimenticato.

 

Dare un feedback positivo non è una formalità, ma un atto di presenza.

Una delle cose più belle, in realtà, è stato anche il gesto di offrire un feedback alle altri partecipanti al corso.
Non qualcosa di costruito o artificiale, ma uno sguardo il più possibile attento e senz’altro autentico: mi sono presa il tempo di restituire all’altra ciò che vedo, percepisco e sento nell’interazione quotidiana.
Dire "Ti ho vista davvero e quello che ho visto mi è piaciuto" non è un’abitudine così diffusa.

Siamo abituati a correggere, aggiustare, puntualizzare.
Ma il riconoscimento?
Quello spesso lo diamo per scontato, o ci dimentichiamo di esprimerlo.

Eppure, regalare un pensiero buono, un’osservazione gentile, è un gesto che ha un impatto profondo, è una scelta per dimostrare di essere presenti, una scelta di cura.
E può cambiare la qualità della relazione, e anche la percezione che l’altra ha di sé.

 

La finestra di Johari e quella parte di te che non avevi mai visto

Mi è tornata in mente la famosa finestra di Johari: quel modello semplice ma ancora così attuale, che ci invita a riflettere su quanto conosciamo (e non conosciamo) di noi stessi.

 

  • Area aperta (io so / gli altri sanno)

Questa è la parte di te che conosci e condividi. È fatta di comportamenti, emozioni, pensieri che tu riconosci e che anche gli altri percepiscono chiaramente.

👉 Esempio: “So di essere una persona empatica e gli altri me lo confermano.”

✅ Più cresce questa zona, più aumenta la fiducia e l'autenticità nelle relazioni.

 

  • Area nascosta (io so / gli altri non sanno)

Qui ci sono le parti di te che conosci ma tieni per te. Possono essere emozioni, pensieri, paure o anche sogni non ancora condivisi.

👉 Esempio: “So di essere molto insicura, ma non lo mostro mai.”

✅ Aprirsi e svelare parti di sé, se fatto nel contesto giusto, può rafforzare l’intimità e la connessione.

 

  • Area ignota (io non so / gli altri non sanno)

Il mistero! Questo spazio raccoglie aspetti inconsci: potenzialità inespresse, talenti nascosti, dinamiche profonde ancora da scoprire.

👉 Esempio: “Non so perché reagisco in quel modo… ma neanche gli altri lo capiscono.”

✅ Qui spesso agiscono le emozioni più antiche, i blocchi corporei, e le risorse che attendono di emergere.

 

  • Area cieca (io non so / gli altri sanno)

È la parte di te che gli altri vedono, ma tu no.
Possono essere abitudini, espressioni, modalità relazionali che ti sfuggono, ma che gli altri colgono subito.

👉 Esempio: “Non realizzo di avere un talento in una tal cosa, ma mi viene raccontato”

💡Il feedback sincero e gentile qui è oro puro!

 

“Spesso gli altri vedono in noi quello che noi non osiamo neanche immaginare.” [Carl Rogers]


È proprio lì che un feedback positivo sa fare magia, perché qualcuno ti dice qualcosa di bello e autentico su di te, e tu resti a bocca aperta.
Non perché non ci credi, ma perché non ci avevi mai pensato, e in quell’istante, il tuo sguardo su di te cambia, si apre, si allarga.

È un’esperienza che ti tocca dentro, e può farti sentire più consapevole e più leggera.

Nel mondo della produttività, del “tempo è denaro”, trovare un attimo per scrivere un pensiero, lasciare una parola, regalare un’osservazione sincera, può sembrare tempo perso, e invece no: è un buon tempo di semina, perché le parole buone mettono radici.

E chissà, magari quella frase che hai detto oggi a qualcuno – con onestà e dolcezza – domani sarà il suo scudo nei giorni difficili.
O magari, sarà semplicemente quel pensiero che gli farà dire “Forse non sono così male, forse sono molto meglio di come mi vedo.”

 

 

🌿 Quando è stata l’ultima volta che hai regalato (o ricevuto) un feedback positivo? E se oggi fosse il giorno giusto per farlo?

 

Grazie per aver letto, anche oggi, il mio post! 🙏🏻 ci vediamo alla prossima!

 

Acqu3erello di Dora Cioppa (2020)

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